Articolo - Il futuro dell'economia

     

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Testata: Mattino di Padova

Titolo: IL FUTURO DELL'ECONOMIA. Rossi Luciani: "Servono facce nuove"

Data: 08 febbraio 2006

 

Bersani e Sacconi, duello giocato troppo in difesa.

 

PADOVA. Finalmente si è discusso di programmi, senza cadere nell'avvilente polemica. E' questo per gli imprenditori l'unico aspetto positivo dell'incontro allo Sheraton con Pier Luigi Bersani e Maurizio Sacconi. Sulla sostanza dei temi per rilanciare la competitività delle aziende per gli industriali è ancora buio profondo. Da entrambi gli schieramenti non sono arrivate risposte concrete.

"Mi aspettavo qualche idea, ho invece annotato la distanza fra la politica e i problemi del paese", commenta Giovanni Griggio, titolare di un'azienda di macchine per la lavorazione del legno di Reschigliano. "Speravo di ascoltare soluzione concrete alla crisi di competitività. Invece è uscito solo un lungo elenco dei problemi che conosco". Gli imprenditori non si lasciano irretire da discorsi fumosi. Riconoscono il valore aggiunto della competenza e diffidano dalla superficialità. Per questo molti di loro sono usciti dallo Sheraton con la consapevolezza che i due interlocutori abbiano affrontato all'acqua di rose i problemi. "L'unica cosa positiva è che non sono scesi sul terreno della polemica", spiega Francesco Bettella, amministratore delegato di Uniflair a Conselve. "Per il resto ho trovato due persone deboli sul piano della conoscenza dei reali problemi dell'impresa. Ho riscontrato in entrambi una disarmante pochezza tecnica. A governare l'Italia c'è bisogno di gente preparata".

Ancora più duro il commento dell'ex presidente di Confindustria Luigi Rossi Luciani: "Sia Sacconi che Bersani hanno giocato in difesa, ho ascoltato i due punti di vista e mi è parso che entrambi abbiano fatto molta fatica a giustificare le posizioni dei loro schieramenti. Il problema è che in politica servono facce nuove, che dimentichino il passato e progettino con serietà il futuro".

Rossi Luciani pone l'accento sulla questione energetica. "Non so se abbiamo perso definitivamente il carro del nucleare, di sicuro siamo in grosso ritardo. In ogni caso da sempre ripeto che una seria politica energetica non può prescindere da un mix di fonti: carbone, gas, nucleare, idroelettrico. Solo in questo modo possiamo pensare di affrancarci dalla dipendenza dal petrolio.

La distanza fra politica e imprenditori porta a una visione rassegnata e fatalista. Molti industriali sono scoraggiati e hanno rinunciato a chiedere aiuto alle istituzioni. "Alla fine contano le persone che lavorano in azienda, la loro passione", commenta Marcolina Sguotti della Manage Consulting. "Il nostro mestiere è sciogliere i nodi che ci sono nelle aziende e abbiamo capito che il segreto del successo sta nei servizi. La differenza la fa l'imprenditore e in tutte le epoche c'è chi ha avuto successo".

Fra i molti scettici c'è chi dall'incontro dello Sheraton ha tratto segnali positivi. "Unindustria Padova ha centrato l'obiettivo con questo convegno", commenta Ferruccio Macola presidente di PadovaFiere. "Gli imprenditori hanno bisogno di chiarezza e sia Bersani che Sacconi hanno dato risposte coerenti con la fase economica che stiamo vivendo. Entrambi sono concordi che non sono più tollerabili rinvii, il futuro governo dovrà porre in cima alla sua agenda il ritorno alla competitività dell'azienda Italia. Bersani è stato forse più concreto e ha dato l'impressione di avere una base di conoscenza più solida. Sacconi si è dimostrato più competente sui temi del lavoro". Che al governo ci sia Prodi o Berlusconi per alcuni imprenditori è poco importante. La ricetta per rilanciare la crescita è una sola. "Ascoltando Bersani e Sacconi mi sono reso conto che non c'è più spazio per le ideologie - spiega Massimo D'Onofrio, titolare dell'azienda farmaceutica Merial Italia di Noventa. I passaggi per la rinascita sono obbligati, i punti di debolezza condivisi e le differenze fra i due schieramenti saranno nelle modalità di attuazione del risanamento".

Ma l'intervento più polemico è arrivato da Bruno Cacco, artigiano di Noventa, che ha spiegato perché ha scritto una lettera a Porta a porta. "Ho cominciato a 17 anni con la cassetta dei ferri ed ho costruito un'azienda da solo. Ora i cinesi me manda in rovina: è mai possibile che Berlusconi, capo del governo, risponda alla mia lettera dicendo che che non sa come fermare l'offensiva asiatica? Lui governa e deve trovare le soluzioni".

Infine fra tanti imprenditori in prima fila ha ascoltato il dibattito anche il senatore della Margherita Paolo Giaretta. "Bersani mi è sembrato più preciso e convincente, Sacconi ha parlato come se partisse da zero, come se non avesse governato negli ultimi cinque anni, come se non avesse governato negli ultimi cinque anni, come se non avesse avuto cinque anni per rilanciare l'industria". 

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